Cinque anni fa a Parigi 195 Paesi Sovrani si riunivano per fissare obiettivi concreti di contenimento del riscaldamento del Pianeta.
Il fine era fare in modo che le emissioni globali potessero scendere nel modo più rapido possibile, pur riconoscendo tempi più lunghi ai Paesi emergenti per allinearsi.
Secondo obiettivo era incanalare risorse e ricerche scientifiche per ottenere altre riduzioni delle emissioni, per poter infine raggiungere un equilibrio tra emissioni ed assorbimenti nella seconda metà del secolo attuale.
Le trattative sono durate 12 giorni e l’intesa è stata firmata il 12 Dicembre, con la conseguente dichiarazione dell’allora Ministro degli Esteri francese Laurent Fabius:
“ Con questo accordo oggi il mondo trattiene il fiato e conta su tutti noi”
Cosa è successo dopo cinque anni?
Poco di quell’ottimismo rimane, le emissioni si sono ridotte molto meno del previsto, gli Stati Uniti sono usciti dall’accordo nel 2016, con la decisione del Presidente Trump che sconfessava il predecessore Obama.
Trump aveva deciso di allinearsi a Paesi come Iran, Iraq, Eritrea, Libia, Turchia e Yemen, ma non c’è lotta vincente al cambiamento climatico se il paese che contribuisce alla produzione del 14% dei gas nocivi per la salute e l’ambiente non partecipa.
Aspettiamo le mosse del neopresidente Biden, che ha promesso di cancellare le norme emesse da Trump, lo aspettiamo ed intanto cerchiamo di indirizzare i nostri comportamenti sia nella vita di tutti i giorni sia nelle scelte di investimento verso una maggiore sostenibilità dell’economia.
E’ infatti possibile anche in finanza scegliere di investire in aziende e prodotti green, così da trarne giovamento economico ed indirizzare le scelte dei decisori verso un mondo maggiormente sostenibile.